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Favignana e Levanzo
Favignana (in siciliano Faugnana) è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle Egadi, in Sicilia.
Principale isola dell'arcipelago delle isole Egadi, si trova a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, tra Trapani e Marsala, e fa parte del comune di Favignana.
Il nome di Favignana deriva dal latino favonius (favonio), termine con il quale i Romani indicavano il vento caldo ricadente proveniente da ovest. Il villaggio sorge intorno a un'insenatura naturale dove è strutturato il porto sulle cui sponde sono presenti gli edifici delle antiche tonnare Florio.
Le tradizionali architetture mediterranee dell'isola, caratterizzate da intonaci bianchi e finestre azzurre o verdi, sono, specialmente negli ultimi anni, oggetto di riscoperta e valorizzazione; il paesaggio è tutelato infatti dalla sopraintendenza ai beni culturali.
L'isola, ricoperta prevalentemente da macchia mediterranea costituita da arbusti cespugliosi e da boschi di pini marittimi, si è affermata come importante meta turistica.
Il monte Santa Caterina
L'isola di Favignana ha una superficie di 19 km² circa e uno sviluppo costiero di 33 km frastagliati e ricchi di cavità e grotte. Anticamente il nome di Favignana era Egusa (Aegusa per i Latini), dal greco Aigousa (Αἰγοῦσα), cioè «che ha capre», data la loro abbondanza sull'isola. Era anche conosciuta con altri nomi come Aponiana[1], Katria, Gilia e viene ricordata da numerosi scrittori tra cui Plinio, Polibio, Nepoziano, l'anonimo Ravennate. Dai geografi arabi era conosciuta con il nome Djazirat ‘ar Rahib («isola del monaco» o «del romito»), in quanto sull'isola si erge un castello di epoca normanna, il cosiddetto Castello di Santa Caterina, dove avrebbe vissuto per l'appunto un monaco. Il pittore Salvatore Fiume la definì una «farfalla sul mare» per via della sua conformazione caratteristica. Il nome attuale (anticamente Favognana) deriva dal favonio, un vento caldo di ponente che ne determina il clima molto mite.
Nonostante nell'antichità fosse ricca di vegetazione, oggi ne è povera a causa del disboscamento.
L'isola è attraversata da nord a sud da una dorsale montuosa la cui altitudine massima è quella del Monte Santa Caterina, di 314 metri. Altre due cime sono la Punta della Campana alta 296 metri e la Punta Grossa (252 metri).
Sul lato meridionale si trovano gli isolotti Preveto, Galera e Galeotta (praticamente degli scogli).
Flora e fauna
Favignana fa parte della riserva naturale delle isole Egadi istituita nel 1991.
L'isola è abbastanza brulla e ospita la tipica macchia mediterranea e la gariga. La vegetazione è quindi costituita da oleastro, lentisco, carrubo, Euphorbia dendroides e sommacco. Vi sono alcuni interessanti endemismi quali il cavolo marino (Brassica macrocarpa), il fiorrancio marittimo (Calendula maritima), la finocchiella di Boccone (Seseli bocconi). Uno studio degli anni sessanta sulla vegetazione delle Egadi riporta a Favignana circa 570 specie.
Nell'area est dell'isola vi sono molti giardini detti ipogei, curati e coltivati all'interno delle cave di tufo ormai dismesse; fra questi il "Giardino dell'Impossibile".
È una delle poche isole minori siciliane in cui sia presente una popolazione di rospo smeraldino siciliano (Bufotes boulengeri siculus).
Le cave
Le due porzioni del territorio isolano subirono un diverso destino dovuto alla decisione, da parte dei Saraceni, di fondare il primo nucleo del paese nei pressi delle falde orientali del Monte Santa Caterina, e alla diversa composizione mineralogica della roccia presente in entrambe; questa differenza di composizione ha spostato l'attenzione degli isolani sul versante orientale dando vita alla lunga attività di estrazione della pietra.
Le cave di tufo sono sparse pertanto sul territorio della Piana divenendo, nei secoli, l'elemento che maggiormente caratterizza il paesaggio antropizzato dell'isola. La pietra presente nell'isola è una calcarenite, roccia sedimentaria composta prevalentemente da sabbia e gusci fossili, che si distingue in due categorie: una di qualità inferiore, di colore giallo, presente nello strato superiore del terreno e una di qualità superiore, di colore bianco, sottostante quella precedente; la calcarenite bianca di Favignana è stata utilizzata, nei secoli, come eccellente materiale per l'edilizia che si ritrova tutt'oggi nelle case e nelle chiesa dell'Immacolata Concezione di Favignana, nella Villa Florio, nella Villa Igiea di Palermo, a Messina nei palazzi ricostruiti dopo il terremoto del 1908 e a Tunisi.
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Isola di Levanzo
Il villaggio di Levanzo
Levanzo (in siciliano Lévanzu) è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Egadi, in Sicilia.
Si tratta della più piccola delle Egadi, con una superficie emersa di appena 5 km². Vi si trova la località omonima, frazione di Favignana, comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani.
È costituita di rocce calcaree bianche che si articolano in numerose grotte. Il nome greco dell'isola era Phorbantia (Φορβαντία), probabilmente a causa dell'abbondante quantità di erba (φορβή) nell'isola. ll promontorio più alto è il Pizzo Monaco, a 270 metri s.l.m. La vegetazione è essenzialmente composta di Brassica macrocarpa, Euphorbia dendroides, Rosmarinus officinalis e Senecio cineraria.
Il paese è composto di uno sparuto gruppo di case munite di un piccolo porticciolo che dista circa 15 km da Trapani. È priva di strade rotabili, a parte un piccolo tratto di strada asfaltata che conduce alla spiaggia del Faraglione. Tale condizione di arretratezza tecnologica spiega l'integrità della sua bellezza paesaggistica.
Siti archeologici
Sulla costa si affacciano alcune grotte, la più nota delle quali è la grotta del Genovese, uno dei più importanti siti archeologici siciliani[2], con le sue incisioni e pitture rupestri risalenti al Paleolitico superiore (9680 a.C.).
Inoltre, nello specchio d'acqua antistante Cala Minnola, sul versante orientale dell'isola di Levanzo, è presente uno dei siti archeologici sommersi più importanti[senza fonte] della Sicilia: vi si trovano il relitto di una nave romana e dei resti del carico di anfore e frammenti di vasellame che giacciono a una profondità di circa 27 metri.